L’era Cirielli è ricordata come un’epoca felice, contraddistinta non tanto da successi in campionato, quanto dal fatto che il Pordenone divenne in quegli anni società satellite della Juventus, grazie a una scuola calcio riconosciuta a livello nazionale: diversi giocatori del vivaio neroverde approdarono al calcio professionistico, sia con i bianconeri piemontesi (un nome per tutti: il fantasista Gianfranco Zigoni), sia con altri club di prestigio. La società ha sospeso le sue attività solo nella stagione 1943-1944, per cause belliche, mentre nella stagione 1944-1945 ha disputato il campionato abruzzese di guerra. Il 12 febbraio 2011 la società viene premiata dal CONI con la stella d’oro al merito sportivo in riconoscimento delle benemerenze acquisite dalla società bianconera in 70 anni di attività. Adelchi Serena, presidente della società e podestà cittadino, e costato circa 6 milioni di lire. Ha facoltà di intervenire il relatore, presidente della I Commissione (Affari costituzionali), onorevole Francesco Paolo Sisto. Montereale e A.S. San Francesco Calcio. Le formazioni giovanili utilizzano anche i campi sportivi di Montereale, San Gregorio e Barisciano. La stagione 1999-2000 si apre con la vittoria in Supercoppa Italiana, 2-1 contro il Milan a San Siro (rete decisiva di Alain Boghossian). Per quanto riguarda le altre Nazionali si citano Jehad Muntasser (in rossoblù nel 2001-2002), che ha disputato 34 partite e segnato 8 reti con la Libia, e Kenneth Zeigbo (anch’esso in rossoblù nel 2001-2002), con all’attivo 3 presenze e 1 rete con la Nigeria, mentre Daniel Ola (in rossoblù nel 2002-2003) pur essendo stato convocato dalla stessa Nazionale nigeriana non è mai sceso in campo.
Per quanto riguarda le Nazionali giovanili, infine, Marco Villa, attaccante dell’Aquila dal 2008 al 2010, vanta 9 presenze e 1 rete con la Nazionale tedesca Under-21 mentre Hrvoje Miličević, mediano rossoblù nel 2015-2016, ha collezionato 17 presenze tra la Nazionale Under-21, terza maglia milan 2025 quella Under-20 e quella Under-19 della Croazia e 4 presenze con la Bosnia ed Erzegovina. Perde la finale dei play-off nazionali. Promossa in Serie C1 dopo aver vinto i play-off. Retrocessa in Serie C2 e successivamente radiata dalla F.I.G.C. La terza maglia, nei pochi anni in cui è comparsa, è stata quasi sempre di colore giallo, con rifiniture rosso-blu; nei primi anni novanta questa maglia è stata caratterizzata dalla presenza della figura di un’aquila stilizzata sul petto, simile a quella adottata dalla Lazio nel decennio precedente. La divisa da trasferta invece è stata nelle gran parte delle stagioni di colore bianco con il rosso-blu limitato alle rifiniture laterali o alle bande, disposte verticalmente, orizzontalmente o diagonalmente; sul finire degli anni novanta la squadra utilizzò una maglia da trasferta bianca con lo stemma societario al centro del busto e alcuni piccoli scacchi di colore rosso e blu ai lati.
Calzoncini e calzettoni sono stati quasi sempre di colore blu o in alternativa bianchi, solo raramente di colore rosso. La S.S. Città dell’Aquila adottò, invece, i colori sociali bianco e blu. I colori sociali sono il rosso ed il blu. Calzoncini e calzettoni sono bianchi o talvolta blu. Le risate degli spettatori presenti sul campo di Collemaggio portarono alla sua sostituzione con una maglia bianca con risvolti e calzoncini neri e, successivamente, una maglia azzurro Savoia. I calzoncini sono bianchi con una striscia rossa a sinistra e una azzurra a destra. L’unico giocatore dell’Aquila ad aver vestito la casacca azzurra della Nazionale è stato il già citato Annibale Frossi; l’esterno si mise in luce con la maglia rossoblù nel 1935-1936, in Serie B, segnando anche 9 reti, e ricevette la sua prima convocazione appena prima di trasferirsi all’Ambrosiana-Inter. Sulla tecnologia del tessuto, la maglia era del tipo PUMA evoKNIT Thermoregulation, che consentiva di mantenere la temperatura corporea costante. La capienza originale era di 12.000 posti a sedere. I simboli che vantano un’anzianità maggiore appartengono proprio alle società radiate.
Con il succedersi delle stagioni e delle gestioni societarie di volta in volta lo stilema dell’aquila è stato rielaborato in modo diverso e addirittura in alcuni periodi (soprattutto negli anni seguenti alle due rifondazioni del 1994 e del 2004) lo scudo societario è cambiato quasi ogni anno, rendendo impossibile l’identificazione del sodalizio con uno stemma univoco. Venti e nei primi anni Trenta, la squadra partecipò ai campionati F.I.G.C. Le rivalità principali sono quelle con il già citato Pescara e l’Avezzano, che rappresentano anche due dei principali derby d’Abruzzo; a testimonianza della seconda è anche la presenza, in curva aquilana negli anni novanta, del gruppo N.a.M., acronimo di Nucleo anti-Marsica. 1996 – La società cambia denominazione in Gruppo Sportivo L’Aquila Calcio. La selezione, estremamente accurata, avveniva tra prototipi presentati da varie ditte, la relativa produzione veniva distribuita tra più società. 1995 – La società acquisisce il titolo sportivo del Paganica partecipante al Campionato Nazionale Dilettanti e cambia nome in Vis L’Aquila. L’Aquila ha preso parte a 34 competizioni nazionali a partire dall’esordio in Coppa Italia nel 1935-1936; il massimo risultato raggiunto sono i quarti di finale (Coppa Italia Serie C 2002-2003). Negli anni trenta L’Aquila ha disputato due edizioni della Coppa dell’Italia Centrale, torneo interregionale organizzato dalla FIGC ad imitazione della Coppa dell’Europa Centrale, arrivando in finale nel 1938-1939. In tre occasioni (2006-2007, 2008-2009 e 2021-2022) i rossoblù hanno inoltre vinto la Coppa Italia Dilettanti Abruzzo, la massima competizione regionale.